Bilanci siderurgici: ripresa 2021 dopo la pandemia | Siderweb - La comunità dell'acciaio

2021-11-22 13:41:56 By : Ms. Wendy Wen

18 novembre 2021 Versione stampabile Tradotto da Deepl

MODENA - L'ottimo 2021 ha quasi fatto dimenticare agli operatori quanto sia stato pesante l'impatto della pandemia nel 2020, impatto che emerge con tutta la sua violenza dall'annuale ricerca siderweb "Steel Balance", presentata oggi a Modena al BPER Banca Forum Monzani.

Dopo i saluti introduttivi del presidente di siderweb Emanuele Morandi e del vicedirettore di BPER Banca Stefano Rossetti, sono stati Claudio Teodori, docente dell'Università degli Studi di Brescia e Gianfranco Tosini dell'Ufficio Studi siderweb a presentare i risultati emersi, sollecitato da Stefano Ferrari, Responsabile dell'Ufficio Studi di siderweb.

Teodori ha illustrato il confronto tra i settori della filiera stretta: produzione, distribuzione, centri servizi, taglio e lavorazione lamiere e commercio di rottame e ferroleghe, in cui è emerso che la dimensione più penalizzata dalla crisi pandemica è stata quella della redditività.

«Se si guardano a tutti i settori, si nota come, seppur con ritmi diversi, l'andamento del triennio sia decisamente negativo con le flessioni più “verdi” nella produzione e lavorazione della lamiera, a testimonianza di come i costi fissi nei settori produttivi si sono fatti sentire. C'è stato un minor assorbimento dei costi di struttura nell'ordine di 1-2 punti percentuali».

Nella sintesi generale dell'analisi che ha coinvolto le 1661 aziende della filiera stretta, sei indicatori su otto mostrano una variazione percentuale negativa rispetto al 2019. Capitale investito e patrimonio netto crescono del 6% e del 13,8%. Fatturato e valore della produzione sono diminuiti del 14,6% e del 15,7%, mentre a fronte di un Ebida che scende del 28,1%, si registra un Ebit totale e un utile netto che scendono del 50,5% e del 47,6%.

«In tanta negatività - ha detto anche Teodori - ci sono anche elementi positivi. Uno di questi è che la forza contabile si è rafforzata, insieme a un rapporto debito/PIL migliore rispetto agli anni precedenti. In generale, nonostante il forte calo della redditività, il taglio e la lavorazione della lamiera è il settore che ha chiuso il 2020 con una posizione relativa migliore».

Dopo la capillare analisi a livello italiano, il professor Tosini ha invece esteso la focale a livelli internazionali, dal momento che la crisi pandemica non è stata un elemento che ha colpito solo il nostro Paese ma il mondo intero.

«I dati dei 167 gruppi mondiali che ho analizzato - ha spiegato Tosini - mostrano che il calo del fatturato medio mondiale tra il 2020 e il 2029 è dell'ordine del 13,6%. Se però guardiamo alla differenza del rapporto tra Ebit e fatturato, troviamo infatti una situazione stabile, 4,2% nel 2020 contro 4,3% nel 2019. Quello che è diminuito maggiormente è il rapporto tra utile e patrimonio, dove è passato da dal 2,4% nel 2019 all'1,6% nel 2020. Come ha evidenziato anche il professor Teodori, la posizione delle imprese sul fronte del debito è migliorata, e ciò si conferma anche a livello globale con il rapporto tra debito e patrimonio che passa da 1,49 a 1,38 come prove di una migliore solidità nel settore”.

Passando a confrontare i dati di una decina di gruppi italiani, «quelli comparabili a livello internazionale, con i dati di cui parlavo prima - ha spiegato Gianfranco Tosini - notiamo che al netto delle Acciaierie d'Italia il fatturato è sceso meno della stessa Unione Europea L'Italia mantiene anche un rapporto Ebit/fatturato migliore rispetto all'unione oltre che un rapporto utili/patrimonio del 2%, ben al di sopra del -10,4% della media UE.L'Italia è anche molto meglio sul fronte debito con il debito/patrimonio tasso a 1,1 contro 1,47 della media UE».

Tosini si è poi concentrato sui settori utilizzatori dei prodotti siderurgici, evidenziando come anche questi ultimi abbiano dovuto assorbire significativamente il colpo, anche se grazie alle scorte hanno limitato i danni. Anche se la situazione varia notevolmente da settore a settore. Ad esempio, il rapporto Ebit/fatturato oscilla tra 6,5 ​​per gli stabilimenti primaverili e -8,5 per Oil & Gas.

Un dato positivo, anche se in peggioramento rispetto al 2019, è quello degli investimenti, «che nel 2020 si sono fermati a quasi 1,23 miliardi di euro», ha spiegato il professor Teodori, di cui però oltre l'80% si è modernizzato. impianti e macchinari. Investimenti che nel 2021 e 2022 dovranno tornare a crescere, puntando soprattutto sul rinnovamento degli impianti e sull'innovazione con una quota crescente di digitalizzazione.

In sintesi, sebbene i risultati del 2020 non siano stati molto soddisfacenti, si è comunque notato che i gruppi italiani sono ben posizionati nel confronto internazionale nonostante le significative differenze date dal settore di attività e dal settore di utenza servito. Per il 2022, il sentimento emerso dall'indagine condotta da siderweb è di sostanziale fiducia anche se non mancano motivi di incertezza.

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